C’è una frase che riassume, meglio di ogni altra, il viaggio visivo ed esistenziale di Maria Lax: “lascia casa tua e la porterai con te, ritorna e sarà persa per sempre”. Quello di Taken by the Tide è, per la fotografa, un ritorno che non è un ritorno, perché Maria, quella casa che si è lasciata alle spalle molti anni fa in un piccolo villaggio della Finlandia, continua a cercarla ovunque la porti la strada. Da sempre attratta dalle credenze popolari, dal folklore e dal senso di identità collettiva tramandato di generazione in generazione attraverso lo storytelling, l’artista ci conduce in un universo familiare quanto irrimediabilmente alieno in cui – tra la potenza ancestrale della natura e i volti tremanti dei fantasmi del passato – le onde della marea crescente sembrano spingerla sempre più lontano, verso il mare aperto. Tra i colori lividi e le forme dure e disturbanti, si fa strada qualche bagliore: che siano fuochi fatui, che siano i fari di un’auto, che siano delle apparizioni venute da un tempo lontano per prenderti per mano, in mezzo al nero c’è sempre un punto di luce a cui aggrapparsi.